RipartiamoDaRoma, una App in chiave Smart City

Uno dei rischi più frequenti nel progettare interventi in tema di Smart City è la identificazione del concetto di "smartness" con la mera adozione di strumenti e applicazioni tecnologiche. E’ ovvio che la tecnologia Ict è utile per realizzare progetti che migliorano la vita dei cittadini, ma essa deve essere considerata un mezzo, e non un fine.

In altri termini, il concetto centrale di Smart City è la modifica del rapporto tra la PA e i cittadini, in cui le politiche locali sono guidate dai desideri e dalle esigenze espresse dagli abitanti, al fine di rendere più fruibile la città e offrire una risposta concreta ai bisogni che i residenti esprimono

E’ il capovolgimento dell’approccio strategico alle politiche si sviluppo urbano: da top down, a bottom up. Nel primo, il Governo locale segue un percorso che parte da premesse ideologiche, culturali, sociologiche, decidendo cosa è "buono" per la città, e lo realizza senza consultare i cittadini, forte del mandato elettorale. Nel secondo, che è l’essenza della sensibilità politica che ha dato vita al concetto stesso di smart city, sono le esigenze, i bisogni e i desideri dei cittadini, eventualmente mediati da associazioni di varia natura, che dopo essere opportunamente ascoltati e vagliati dalla PA danno vita alle basi conoscitive degli interventi sul territorio.

Il valore innovativo di Smart City è nella partecipazione, attiva e concreta dei cittadini alle scelte che determinano l’evoluzione dei servizi urbani e del modo stesso in cui vivere la città. E’ nella co-progettazione, nello scambio delle informazioni, nell’interazione cittadino – PA. E’ nel riappropriarsi del "governo" della città da parte dei suoi abitanti, contribuendo alla soluzione dei problemi locali, mettendo in luce i punti critici concreti.

Nasce l’immagine del cittadino quale "sensore umano" che pone all’attenzione degli amministratori problemi ben definiti e risolvibili nell’immediato: non "la città è sporca", ma "ci sono pochi cassonetti in via x, e i residenti depositano le immondizie sul marciapiede"; non "la città è insicura", ma "ci sono persone che bivaccano in piazza y importunando gli anziani". Un concetto di partecipazione che già da anni i quotidiani locali avevano intercettato, accogliendo nelle pagine della cronaca locale le lettere inviate dai lettori, che lamentavano un problema, una inefficienza. E che ora trova evoluzione, grazie alla tecnologia, nel web, con gli strumenti di partecipazione locale sotto forma di App, mediante cui avanzare proposte o esporre criticità locali. Tra queste App, segnaliamo Decoro Urbano ed ePart, sviluppate da software house ed adottate dalle amministrazioni più attente ad ascoltare i cittadini.

Nel nuovo paradigma che vede lo sviluppo delle iniziative dal basso piuttosto che da parte della PA, segnaliamo la App realizzata da un gruppo di giovani che si propongono quali protagonisti dell’evoluzione della governance romana: RipartiamoDaRoma (www.ripartiamodaroma.it) è una App mediante cui qualsiasi cittadino può, in tempo reale, segnalare un problema o fare una proposta. L’iniziativa non nasce dall’amministrazione locale, ma costituisce una forma di meta-partecipazione alla vita urbana in cui il ruolo della Pubblica Amministrazione è solo di ricevere le indicazioni, poiché la tecnologia stessa è sviluppata e gestita dai cittadini. A cui compete quindi un ruolo più ampio che ne potenzia l’impatto e l’incisività sulle decisioni del Governo Locale.

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