Sedili dei treni e delle auto: un grosso passo avanti verso la sostenibilità

Sostenibilità, green economy e risparmio energetico, parole d’ordine a comporre una sorta di mantra che quotidianamente riecheggia in tutti noi. L’impegno è un proposito che vuole essere globale, provano a imporselo tutti i paesi occidentali e non solo, riuscendoci più o meno bene, le politiche europee continuano, spesso con più di qualche complessità, ad intensificare i programmi e accrescere i fondi di finanziamento rivolti allo sviluppo sostenibile, in particolare comunicazioni e programmi destinate a PA e imprese, tutto quotidianamente deve essere percepito ed elaborato con un occhio di riguardo alla salvaguardia del nostro pianeta. Spesso i destinatari non sono proprio in sinergia, ma per fortuna accade talvolta che le risposte risultino incoraggianti. Ogni tanto, infatti, emergono degli esempi vincenti che ci dimostrano che da qualche parte si sta andando nella direzione giusta. Da uno dei progetti europei votati all’innovazione ecosostenibile è emerso, nei giorni scorsi, un caso di ricerca che ha centrato il proprio obiettivo con una scoperta molto importante nell’ambito dei materiali e della tessitura industriale.

Quando produciamo una cosa dobbiamo porre attenzione all’efficienza energetica, al produrre la quantità minore possibile di rifiuti e a generare meno emissioni inquinanti possibili. In diversi settori c’è moltissimo da fare e dobbiamo progredire. In uno di questi è stato fatto un bel passo avanti.

Forse non tutti sanno che per realizzare i seggiolini delle auto e dei treni viene utilizzata tutt’oggi la schiuma di poliuretano, un materiale che normalmente finisce in grande quantità nelle discariche perché è molto costoso da riciclare. Accade però, che in risposta a questa problematica, un gruppo di ricercatori e sviluppatori, per la precisione un consorzio ispanico-francese, ha scoperto e attivato una soluzione, mettendo a punto un nuovo tessuto sostenibile 3D, realizzato con materiali industriali che possono essere facilmente riciclabili nel momento in cui un sedile termina il suo ciclo di vita.

La Commissione Europea sta fornendo molti input alle industrie automotive dell’UE per incentivare la sostenibilità derivante dal riciclo delle componenti automobilistiche. A tal proposito Javier Jimenez, membro dello staff del progetto dell’UE GreenUp, ha dichiarato: “Fino ad ora siamo stati bravi ad attuare i sistemi di riciclo dell’alluminio, dell’acciaio e di tessuti costituiti da polipropilene e polietilene, ma abbiamo trascurato la schiuma di poliuretano utilizzata per i seggiolini perché era dispendiosa e piuttosto difficile da riciclare”.

Jimenez lavora per il Leitat Technological Centre, a capo del consorzio composto dalle cinque realtà aziendali che hanno sviluppato in comune questo nuovo tessuto 3D. Tale tessuto è composto da filati di poliestere che possono essere combinati con la pelle per rivestire i seggiolini. Il gruppo ha sviluppato un processo sostenibile ulteriore per tagliare e conciare la pelle senza generare rifiuti e utilizzando prodotti a basso impatto chimico. Entrambi, il poliestere e la pelle, quando sono usurati possono essere riciclati facilmente.

Il consorzio è stato costituito in modo oculato seguendo ogni fase del processo produttivo: la prima azienda è Antex, una realtà spagnola che ha creato i nuovi filati, poi c’è Cima, un’altra società iberica che ha prodotto il tessuto 3D. A seguire Aiica, anch’essa spagnola, e Leitat, che hanno lavorato per migliorare l’efficienza e la sostenibilità del processo di concia.

Per il prototipo finale, il merito è di un’azienda francese, Technisit, che ha progettato e prodotto un prototipo di sedile per treni, già in processo di commercializzazione. Il sedile può essere utilizzato anche per automobili, autocarri e l’intero comparto automotive, ma anche nel settore delle forniture d’ufficio.

La produzione di questo prototipo di tessuto 3D permette una riduzione del 43% delle emissioni di CO2 e richiede il 52% di acqua e il 36% di energia in meno rispetto alle sedie tradizionali. Il progetto è stato finanziato attraverso il programma volto all’innovazione ecosostenibile dell’Unione Europea CIP Eco-Innovation varato nel 2013. Nuove opportunità di finanziamento per sviluppare progetti analoghi, attualmente, sono avviabili nel programma Horizon2020 SME Instrument dedicato alle PMI.

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