Il VR come terapia per curare le nostre fobie

Se i video 3D immersivi ci aiutassero a superare l’aracnofobia? La terapia VR rende gli aracnofobici più coraggiosi dinanzi ai ragni reali, questo è quanto emerge da uno studio della Università del Texas di Austin.

Si chiama terapia di esposizione, ovvero il metodo per cui esporre una persona in modo sicuro e ripetutamente a ciò che teme lo aiuterebbe a superare la fobia, la paura, fino a non temerla più. Un modo nuovo, quindi, sarebbe quello di applicare il VR ai test di esposizione per alleviare le fobie e i disturbi d’ansia.

Questi trattamenti di esposizioni per la maggiore sono stati sottoposti in presenza, l’ipotesi di presentare ragni a persone che soffrono l’aracnofobia o sangue a persone emofobiche è fattibile, ma pensiamo all’esposizione dal vivo quanto potrebbe essere più problematica per l’aerofobia (paura di volare) o la zoofobia (paura degli animali). Questi test, certamente, con la realtà virtuale risulterebbero particolarmente preziosi per trattamenti e terapie per questo tipo di fobie.

Così negli anni recenti i ricercatori hanno usato la CGI (computer generated imagery) e la realtà virtuale (VR) provando a trovare delle soluzioni. Il metodo è quello che vede la paziente affrontare le sue paure nella sicurezza di un mondo virtuale, come sostiene Emily Carl, Ph.D. student all’University of Texas di Austin, nel team che sta studiando la terapia. Questa soluzione sembra funzionare afferma: "vi sono prove che dimostrano quanto la realtà virtuale generata dal computer (CGI) sia efficace o quasi efficace nel trattamento [in presenza] per i disturbi d’ansia. Il rischio però che si corre è che non sia realistico lo scenario riprodotto e che questo finisca per distrarci. Se dovessimo convincere il paziente che si trova in una stanza piena di persone [generate dal computer] che lo stanno ascoltando, per generare in esso l’effetto ansia sociale, e tali elementi non sono abbastanza realistici e umani ma magari sono solo vicini, questo potrebbe finire per generare un effetto straniante che non è utile per il trattamento".

La Carl sostiene che le riprese video in 3D di stimoli reali, erogati attraverso un visore VR, possono invece trattare le fobie con un’efficacia maggiore della CGI. Per testare questa ipotesi, i ricercatori hanno creato un’esperienza di visione di un ragno in 3D e l’hanno testata su 77 studenti universitari che hanno paura dei ragni. I risultati dicono che dopo essere stati immersi nel video 3D, gli studenti sono stati più coraggiosi di fronte a un vero ragno. Il ragno era una tarantola rosa cilena. I ricercatori hanno pubblicato i loro risultati questo mese sul Journal of Anxiety Disorders. Lo studio è stato ideato e guidato da Sean Minns, ora studente universitario presso il Teachers College della Columbia University.

Nel video 3D, la tarantola striscia su una mano e si avvicina sempre più allo spettatore, come una scena degna dei migliori film horror ma in questo caso solo terapeutica, perché non succede niente di male. Minns afferma: "si vedeva quanto fossero fisicamente coinvolti e infastiditi i partecipanti. Man mano che il ragno si avvicinava, la gente si tirava indietro”. Questo sicuramente da un buon feedback sulla realisticità dell’esperienza immersiva in 3D e sulla conseguente efficacia a livello teraperutico.

Il team ha realizzato i video utilizzando un impianto stereoscopico 3D a doppia fotocamera, in cui due fotocamere, posizionate per imitare la naturale distanza tra gli occhi, riprendevano contemporaneamente le riprese. Le riprese delle telecamere sono proiettate sugli obiettivi sinistro e destro di un oculare Oculus Rift DK1 VR, creando un senso di profondità per lo spettatore.

Per scoprire se il trattamento ha funzionato, i ricercatori hanno usato una tarantola dal vivo per testare la paura dei partecipanti prima e dopo la video terapia 3D. I ricercatori hanno chiesto agli studenti di entrare in una stanza dove avrebbero trovato una tarantola in un terrario trasparente.

Quindi, dopo aver chiesto agli studenti di avvicinarsi al ragno, toccare con le dita il terrario, fino a mettere il palmo delle mani sul pavimento del terrario, lasciando che il ragno strisciasse sulle loro mani e al livello finale tenerlo in mano fuori dalla sua gabbia. Il processo di avvicinamento al ragno coinvolgeva quindi 14 livelli distinti, il primo all’ingresso nella stanza fino all’ultimo livello di spider: una persona che raggiunge il livello 14 tiene il ragno per 15 secondi.

Prima del trattamento, i partecipanti in media sono stati salvati al livello sette, durante il quale è stato chiesto di abbassare e avvicinare una mano a mezza altezza verso il terrario. Dopo il trattamento, i partecipanti raggiungevano in media il livello 10.5, nel quale posizionavano il palmo della mano sul pavimento della gabbia del ragno.

Non sembra molto, ma Minns dice che il miglioramento è clinicamente significativo: “è come andare dall’evitare il tuo ufficio perché c’è un ragno in esso per poter lavorare alla tua scrivania senza essere distratto”, afferma.

Lo studio è limitato in quanto ha coinvolto persone con la paura dei ragni, piuttosto che le persone con fobie diagnosticate. E inoltre ha solo confrontato l’efficacia della VR 3D con un gruppo di controllo, piuttosto che con un gruppo che ha ricevuto un’altra forma di terapia basata sull’esposizione, come con la CGI. Per determinare se il filmato 3D è buono o migliore del CGI, i due dovranno essere confrontati testa a testa.

Gli esperimenti svoltisi presso l’Università del Texas ad Austin sono stati condotti sotto la supervisione di Jasper Smits e Mark Powers.

Successivamente gli scienziati stanno testando se l’azione dal vivo VR può aiutare ad alleviare il dolore per i pazienti ospedalieri. In questo studio, i partecipanti osservano filmati di rilassanti paesaggi naturali mentre si riprendono in ospedale.

Fonte: IEEE Spectrum

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