Un Decalogo per conoscere il cloud computing

Anche se il cloud computing è disponibile da alcuni anni, le imprese non lo hanno ancora adottato in larga scala nella loro gestione IT, e questo affermazione è particolarmente vera nel caso delle PMI. Le difficoltà non sono di carattere tecnico, ma culturale: sia a livello di imprenditori che di personale specializzato in ICT, in molti hanno ancora pregiudizi nei confronti del cloud, oltre che scarsa consapevolezza dei suoi indiscutibili vantaggi.

Al fine di avvicinare la propria clientela all’uso dei servizi cloud, Enter,uno dei maggiori provider italiani, ha stilato un decalogo per contribuire a divulgare la conoscenza della tecnologia cloud, dissipando dubbi, rimuovendo gli elementi di incertezza ed evidenziando i i punti di forza.

Il claim che accoglie i visitatori del sito di Enter presenta il cloud con queste parole:

Il cloud computing, come Internet, non nasce dalla tecnologia. E’ tecnologia applicata ai nuovi bisogni dell’uomo di consumare le risorse in modo diverso: solo quando servono. Per questo il nostro futuro è pieno di nuvole.

Nel decalogo, l’utente conosce il cloud e i suoi principali pregi: la scalabilità, e la sicurezza

– Il cloud non è solo virtualizzazione, essa è solo il primo passo verso il cloud. Nel processo di riorganizzazione IT verso il cloud, la virtualizzazione costituisce uno degli step intermedi, che si pone tra il “server in cantina” e i “server sulla nuvola”.

– Il servizio IaaS (Internet as a Service) – avvalora la vera essenza del cloud: il cliente non compra un server remoto, ma risorse di calcolo scalabili, potendo disporre di una potenzialità illimitata, che consente "picchi" di utilizzo senza alcuno spreco, poiché si paga solo quanto si consuma. Quindi chi adotta un’infrastruttura cloud può liberamente aumentare o diminuire le risorse di computing allocate, a fronte di una tariffazione puntuale calcolata sui consumi reali. Il cloud, pertanto, NON è l’acquisto / noleggio di server, fisici o virtuali, ma l’acquisto di un servizio di risorse di calcolo.

– Il cloud ha un modello di costo basato sulle risorse effettivamente utilizzate. Il cliente non è sottoposto a costi fissi, ma solo alla semplice tariffazione " a consumo" delle risorse utilizzate, per il tempo di effettivo utilizzo, conteggiate su base giornaliera, oraria o addirittura al minuto.

– Non sottovalutare l’utilità di disporre di risorse scalabili, che si adeguano all’istante alle esigenze del cliente. Può essere il caso di un’azienda che vuole mandare in onda una diretta streaming, che potrebbe potenzialmente essere vista da migliaia di accessi contemporanei. Il cloud può fornire all’istante le risorse per il picco di accessi, fatturando solo per il tempo necessario all’evento.

– Protezione dei dati da guasti e black out. Poichè i cloud provider prevedono sistemi di back up e recupero dati, in caso di guasto il servizio non subisce interruzioni, in quanto erogato dalla macchina di backup.

– Il vantaggi di un cloud privato. In esso, l’utente ha la proprietà dell’infrastruttura e dei dati; ciò non avviene nel cloud pubblico (Amazon o Dropbox).

– Il tema dei "Big Data" richiede il cloud computing. Esso offre l’efficienza necessaria per dare accessibilità ai dati da qualsiasi device, per gestire dati multimediali.

– Si eliminano i costi di aggiornamento software e hardware. Manutenzioni ed aggiornamenti sono compito del provider.

– Attenzione alle differenze tra USA e UE. I regolamenti sono diversi, quindi alle aziende europee conviene avvalersi della regolamentazione, soprattutto sulla privacy, emanata dalla UE.

– Le norme sulla protezione dei dati personali, sono contenute nella guida del Garante della Privacy “Cloud Computing: proteggere i dati per non cadere dalla nuvola”.

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