Nel mondo della tecnologia, Web3 è un termine nebuloso usato per descrivere un’ipotetica versione futura di Internet che è più decentralizzata di quanto non sia oggi e non dominata da una manciata di giocatori potenti come Amazon, Microsoft e Google. Essa coinvolge alcune tecnologie, tra cui blockchain, criptovalute e token non fungibili.
Diversa l’opinione di Tim Berners-Lee, lo scienziato informatico britannico accreditato di aver inventato il World Wide Web nel 1989, che intervenendo sul palco dell’evento Web Summit a Lisbona venerdì scorso, ha dichiarato che non vede la blockchain come una soluzione praticabile per costruire la prossima iterazione di Internet. Ecco alcune sue dichiarazioni: ″È importante chiarire per discutere gli impatti delle nuove tecnologie”. “Devi capire cosa significano effettivamente i termini di cui stiamo discutendo, al di là delle parole d’ordine.” “È un vero peccato infatti che il vero nome Web3 sia stato preso dalla gente di Ethereum per le cose che stanno facendo con la blockchain. In effetti, Web3 non è affatto il web”, e il piano piano dei visionari delle criptovalute per il suo futuro dovrebbe essere “ignorato”.
Esiste, ed è condiviso, il problema della centralizzazione dei dati di tutti gli utenti del web su alcune piattaforme (Meta, Microsoft, Google), che li utilizzano per “bloccarci nelle loro piattaforme”. Un processo che, nelle parole di Berners-Lee da cui “il risultato è stata una grande corsa ai dati in cui il vincitore era l’unica azienda che controllava la maggior parte dei dati e i perdenti erano tutti gli altri”.
Strappare i nostri dati personali dalle grinfie di Big Tech è un’ambizione condivisa da Berners-Lee, che però non è convinto che la blockchain, la tecnologia di registro distribuito che è alla base delle criptovalute come il bitcoin, sarà la soluzione.
“I protocolli Blockchain possono essere utili per alcune cose, ma non in questo caso, perché “sono troppo lenti, troppo costosi e troppo pubblici. Gli archivi di dati personali devono essere veloci, economici e privati.”
Tim Berners-Lee ha in progetto una startup, Inrupt, che mira a dare agli utenti il controllo dei propri dati, incluso il modo in cui vi si accede e viene archiviato. La sua proposta per rimodellare Internet, indicata come Web 3.0 sarà il futuro di Internet.