Nuovi standard per la portabilità dei dati

Il GDPR ha cambiato gli equilibri tra Europa e Stati Uniti, molti siti di informazione online americani non sono più accessibili in Europa. Proprio con l’introduzione del nuovo regolamento e la più forte tutela della risevatezza nel vecchio continente a disincentivato l’apertura al mercato dell’informazione europea. Diversi dei quotidiani americani piuttosto che adeguarsi hanno scelto di bloccare l’accesso a chi si connette dall’Europa. Si è aperta, dunque, una spaccatura fra i due continenti e soprattutto con le aziende che fondano molto del proprio business sui dati degli utenti.

Dagli States però si stanno muovendo delle soluzioni per favorire la portabilità dei dati. Uno standard per la trasferibilità dei dati fra piattaforme, offrendo un modo semplice, gratuito e soprattutto sicuro per la data portability.

I protocolli devono essre open e condivisi e magari potrebbe essere più facile la vita per i colossi del settore come Facebook e Google. Si può evolvere il mercato dei dati consentendo l’interoperabilità, la possibilità di creare nuove attività collaterali di brokeraggio e disintermediazione dei dataset degli utenti.

Questo progetto si chiama Data Project Transfer è guidata proprio dai big del mercato per riuscire a servire gli utenti all’interno del GDPR. Il prototipo sperimentale permette già di trasferire svariati tipi di dati ed prometterà di estrarre tutto tramite web, o app di terze parti che forniranno il servizio, o da social che magari agiranno come aggrgatori di dati.

Un social molto interessante nell’ambito, come denota un bel focus de Il Sole 24 Ore, è Mastodon, un social senza pubblicità e peer to peer, che rimane di proprietà della comunità, con codice open source, con implementazione su server di soggetti diversi. Molti si interroggano sulla sostenibilità di un modello economico che non sfrutta la pubblicità, si propone di smettere di monetizzare e profilare gli utenti, magari fornendo i servizi di social networking in abbonamento, gli utenti magari diminuirebbero ma i flussi di cassa sarebbero enormi comunque.

Ma poi il punto è un altro: come reagirebbero tutti i sistemi di AdTech, ovvero di tracciamento digitale avanzato con la finalità di seguire gli utenti. Questo è il fattore principale che, di fatto, scatena la rottura tra USA e Europa con il regolamento GDPR. Tra i detrattori dei servizi di AdTech, molti sostengono che non sià tanto pubblicità ma direct marketing veicolato senza consenso. Proprio per questo centinaia di milioni di persone sono corese ai ripari per bloccare il tracciamento che avviene per mezzo dei sistemi AdTech.

Dobbiamo consderare che al centro di queste diatribe ci sono sempre le persone, le loro attività di networking, agire sulle loro connessioni può influire in modo sostanziale sul valore del business digitale dei social. Gli USA lo sanno bene e visto il trascorso con altri bacini di utenza persi, come quello cinese, non se la sente di ripetere l’errore anche con l’Europa, certamente questo Data Transfer Project può essere un punto di partenza per venirsi in contro.

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