Yalla Italia ed Extrabanca: due realtà per comunicare i "nuovi cittadini"

A settembre si è tenuto il convegno il convegno “La Comunicazione delle nuove cittadinanze. Yalla Italia: dare forma digitale a una generazione ad alt(r)a definizione nei media, nell’economia e nel sociale”, organizzato dal blog interculturale Yalla Italia, "il blog delle seconde generazioni" che prende nome dall’espressione Ya Allah (‘o Dio) e da Extrabanca la prima banca dedicata ai cittadini stranieri residenti in Italia. Extrabanca è non solo istituto di credito, ma anche punto di riferimento per cogliere, comprendere e soddisfare le esigenze delle nuove popolazioni con l’obiettivo di contribuire alla promozione, all’accelerazione dello sviluppo degli operatori economici multiculturali, favorendo il processo di integrazione sociale, con l’immagine simbolo del ponte “We bridge your dreams”, quale progetto di sviluppo personale e collettivo, nonché di legame culturale tra il Paese di origine e l’Italia, Paese di elezione per una nuova cittadinanza.

Il dibattito si è aperto con la proiezione di un vivace video realizzato da Yalla Italia in giro per Milano, ponendo alla gente domande dirette a capire quanto conoscano dei “nuovi cittadini” e a evidenziare pregiudizi diffusi. Quasi nessuno, ad esempio, immaginava che il 70% degli immigrati avesse un conto in banca.

Focus particolare sui figli di extracomunitari, la seconda generazione “2G”, che si trovano a metà tra due mondi: cultura d’origine alle spalle e paese in cui sono nati, cresciuti, in cui hanno studiato e lavorano. Un difficile problema di identità e una sfida nel farsi conoscere, interrogandosi sui media e sull’immagine del mondo dell’immigrazione che ne affiora.

È emerso che i giovani delle seconde generazioni sono pronti a raccontarsi e autorappresentarsi attraverso i social media. Il vento soffiato nel Nord Africa, portando con sé la “primavera araba”, ha messo in evidenza la potenza di questi mezzi e di una generazione che bussa alle porte del mondo occidentale.

Il Prof. Bonomi ha così commentato questi nuovi fenomeni sociali, che nascono da tre fattori specifici della società nord africana, non sposarsi più tra famiglie, controllo nascite, istruzione superiore: “Nessun politologo è riuscito a prevedere la rivoluzione araba. Solo gli antropologi ci hanno insegnato che la comunità chiusa di quei Paesi iniziava ad aprirsi per chiedere libertà e lavoro".

Slancio comunitario nei luoghi sociali è la realtà tratteggiata da Don D’Avanzo, con l’esperienza della Caritas e della sua attività nelle parrocchie della diocesi milanese: “A differenza delle famiglie italiane che si rivolgono ai nostri centri di ascolto quando vanno in crisi, per gli immigrati il cammino con noi inizia con il sospirato ricongiungimento familiare. Non sempre questo si realizza però in maniera positiva, anche per il difficile dialogo intergenerazionale con i figli. Il contributo più significativo della Chiesa di Milano su questo fronte, che ci salvaguarda dal pericolo delle gang giovanili, è fatto di attività di alfabetizzazione, sportive e scolastiche con 7.000 ragazzi. Da cattolici non dobbiamo perdere di vista il potenziale inclusivo che i nostri mondi possono mettere in gioco”. Oratori, dunque, dove non serve “la tessera di cattolico” per salvaguardare i giovani stranieri da fenomeni quali banlieue francesi o periferie inglesi.

Yalla Italia ha sottolineato l’importanza del darsi uno status narrativo per guadagnare diritti, perché “chi non si racconta non esiste”.

Il confronto si è quindi indirizzato sul ruolo specifico dei media e sulla volontà di descrivere senza distorsioni il nuovo protagonismo delle nuove generazioni. Alessandra Coppola, giornalista esperta di questi temi, si è così espressa: “Da un lato c’è l’esigenza giornalistica di procedere a una semplificazione dei fatti, dall’altro c’è la volontà della stampa ideologica di strumentalizzare queste nuove voci. Anche i giornali generalisti incontrano delle difficoltà che derivano dalla lentezza della politica. Non solo auspico che i media vi diano voce, ma che voi diventiate la voce dei media". Per Coppola la speranza è dunque che Yalla Italia, per quanto importante nella realtà di oggi, sia un fenomeno passeggero, perché l’informazione va diretta verso l’esterno, la comunicazione non deve restare di nicchia, ma aprirsi il più possibile per evitare l’effetto ghetto.

L’invito a un maggior protagonismo dei cittadini stranieri è stato riaffermato da Paolo Caroli, Amministratore Delegato di Extrabanca: “Nella nostra banca abbiamo già 20 dipendenti rappresentanti 14 nazionalità differenti e provenienti dai più vari percorsi professionali. Se Extrabanca avrà successo sarà merito loro, nella misura in cui sapranno non accontentarsi e riusciranno ad acquisire nuove responsabilità. La mia più grande soddisfazione sarà essere io stesso sostituito e lasciare il mio posto a uno di loro.”

I media, l’associazionismo, il mondo accademico si sono così confrontati in un dibattito nell’ambito dell’E-Festival/Social Media Week, all’insegna dell’importanza della comunicazione e del comunicare anche per la costruzione della nuova società multiculturale. E un messaggio: continuare a comunicare, con ogni mezzo, oggi con le nuove tecnologie, raccontare e raccontarsi per scoprire anche le seconde generazioni in un mondo che cammini sempre di più sulla strada dell’integrazione.

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