Horizon 2020, Ricerca & Innovazione

Far crescere del 50% le risorse per l’innovazione che arrivano dall’Ue. Cioè di circa 3,4 miliardi l’anno. Ai 5,2 miliardi che lo Stato destina attualmente alla ricerca – di cui 3,5 miliardi agli atenei e 1,7 agli enti pubblici – il MIUR conta di aggiungerne, nel prossimo settennio, 5,1 di fondi europei. Così suddivisi: 1,6 miliardi l’anno dal programma europeo Horizon 2020 e 3,5 dai Fondi coesione. Mentre nella programmazione 2007-2013 queste ultime due voci hanno portato in cassa, rispettivamente, soltanto 600 milioni e 1,1 miliardi. Da qui quel saldo positivo di 3,4 miliardi.

È uno degli obiettivi ambiziosi del documento «Horizon 2020 Italia», da consultare all’indirizzo web https://www.researchitaly.it/uploads/50/HIT2020.pdf , un dossier in 132 pagine messo a punto dal Miur in vista del prossimo ciclo di programmazione dei fondi europei 2014-2020 e presentato lo scorso 19 marzo a viale Trastevere nella Sala delle Comunicazioni, alla presenza del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Francesco Profumo, del Ministro per la Coesione Territoriale, Fabrizio Barca, e di John Bell, Capo Gabinetto del Commissario alla Ricerca, Innovazione e Scienza Maire Geoghegan-Quinn, e di altri esponenti del mondo della ricerca e dell’impresa come Luigi Nicolais, Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Marco Mancini, Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane e Andrea Bairati di Confindustria.

Il documento «Horizon 2020 Italia» – che è stato, denominato HIT2020 – è il primo documento di programmazione settennale su ricerca e innovazione che allinea la ricerca italiana con quella europea, basato su una consultazione pubblica condotta dal Miur dall’11 ottobre al 16 novembre 2012 a cui hanno partecipato 6.000 cittadini e addetti ai lavori. Horizon2020 Italia costituisce quindi la base per un Programma Quadro nazionale allineato per la prima volta con il contesto europeo e l’Italia è il primo paese europeo ad individuare le priorità su cui dirottare i fondi che arriveranno da Bruxelles nei prossimi sette anni.

Punto di partenza di «Hit 2020» è l’analisi dello stato presente e soprattutto dei ritardi che il vecchio continente sconta sul piano della ricerca e sviluppo. Diversi indicatori mostrano che è l’intero sistema europeo ad incontrare crescenti difficoltà nella competizione globale, forse proprio per la sua perdurante incapacità di fare sistema. Sia per pubblicazioni scientifiche che per numero di brevetti, l’Europa mostra un trend negativo rispetto a Stati Uniti, Giappone e Corea.

Come dimostra l’indice Innovation union scoreboard della Commissione europea, l’Ue a 27 si posiziona al quarto posto per capacità innovativa e insidiata molto da vicino da Cina e India che, se manterranno il trend di pubblicazioni scientifiche e brevetti degli ultimi anni, potranno presto scavalcare l’Europa. Ma se l’Ue sta male, l’Italia sta peggio. Con una percentuale di investimenti in R&S sul Pil inchiodata all’1,25 per cento. Numeri che, abbinati a una quota troppo bassa di esportazioni ad alto contenuto tecnologico, collocano il nostro Paese tra quelli definiti «moderate innovators».

Il documento HIT2020 indica poi quattro linee di intervento collegate: favorire l’incontro tra la domanda di ricerca e innovazione espressa dai cittadini, con l’offerta da parte di università e imprese; ideare un metodo di programmazione che possa incrementare l’efficacia e l’efficienza degli investimenti su ricerca e innovazione; aumentare l’attrattività del sistema per una maggiore mobilità dei ricercatori in entrata e in uscita; intercettare quote crescenti di risorse europee.

"Horizon2020 Italia" si rivolge principalmente a tutti i portatori di interesse che agiscono nel mondo della ricerca e dell’innovazione, sia pubblici che privati, con l’obiettivo di evidenziare luci ed ombre nel sistema italiano ed europeo della ricerca e di individuare soluzioni realistiche, in una fase recessiva in cui un incremento della spesa pubblica sostanziale non appare possibile.

L’obiettivo della nuova strategia generale per il sistema della ricerca è quello di accedere con sempre maggiore efficacia alle risorse finanziarie che la Commissione Europea mette a disposizione e di aprire il nostro sistema Paese agli stimoli ed agli incentivi della competizione internazionale. Questa nuova strategia passa attraverso la istituzione di un ciclo virtuoso nel quale scuola e università svolgano il ruolo di formazione delle "comunità intelligenti" capaci di esprimere i bisogni reali dei cittadini, quelli che l’Europa definisce i Major Societal Challenges.

Le espressioni democratiche dei cittadini, a livello locale (nelle amministrazioni regionali), nazionale (attraverso il Parlamento ed il Governo), e sovranazionale (nel Parlamento Europeo e nella Commissione Europea), devono quindi dimostrarsi capaci d’interpretare i bisogni espressi dalla società e tradurli in domanda di ricerca, nella forma di programmi e bandi. Da parte loro, i sistemi di ricerca e innovazione pubblici e privati devono saper interagire efficacemente per rispondere a questa domanda con l’offerta di progetti e programmi di ricerca e sviluppo.

Testimonianza di questa nuova visione strategica che ha come protagonista assoluta la ricerca di base e applicata, nelle sue componenti sia umane e professionali che tecnologiche e di produzione, è la nascita del portale web del Miur "ResearchItaly", sviluppato dal Consorzio Cineca e presentato sempre nello stesso evento, dalla dott.ssa Francesca Pruneti. "ResearchItaly", disponibile in italiano ed in inglese, all’indirizzo www.researchitaly.it promuove, supporta e fotografa la ricerca italiana, informa il cittadino su quanto fatto e sulle risorse pubbliche impiegate.

Nel corso dell’evento Emanuele Fidora, Direttore generale per il coordinamento e lo sviluppo della ricerca, ha inoltre presentato un aggiornamento sul Bando Smart Cities Nazionale Nord da 665,5 milioni di euro e la recente pubblicazione della graduatoria finale con le 83 idee progettuali ammesse alla seconda fase di valutazione e sulla valutazione dei progetti di Social Innovation rivolta i giovani under 30, sottolineando come le linee di intervento del Miur siano coerenti con le finalità di HIT2020.

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