L’indice di produttività è molto utile anche per valutare dinamiche generali. I membri della maggior parte dei gruppi di camera e senato hanno risultati che non raggiungono il trend generale dell’aula. La situazione è la stessa anche se si analizzano i singoli movimenti politici.
L’aspetto forse più interessante dell’indice di produttività non è tanto valutare il lavoro del singolo parlamentare, quanto analizzare dinamiche generali e di gruppo. Per esempio dividendo i parlamentari per movimenti politici e incarichi è possibile far emergere trend consolidati e capire alcuni aspetti della vita di Montecitorio e Palazzo Madama.
Prendiamo i singoli gruppi parlamentari dei due rami e analizziamo il numero di deputati e senatori sopra o sotto il punteggio medio di produttività dell’aula. Sia alla camera che al senato è evidente che all’interno dei singoli gruppi la produttività non è distribuita in maniera uniforme. Alla camera da destra a sinistra, centro compreso, la maggior parte dei gruppi ha una percentuale elevata di membri che producono meno della media. Molto alto il dato di Forza Italia (86% dei componenti sotto la media), Scelta civica – Maie (75%) e Partito democratico (72,09%). Sono tre i gruppi “virtuosi”, tutti dell’opposizione, con più membri sopra la soglia. Nell’ordine: Lega nord, Si-Sel e il Movimento 5 stelle.
Al senato il 61,78% dei membri produce meno della media. Solo un gruppo, la Lega nord, ha la maggior parte degli eletti sopra la soglia. Significativo il dato di Grandi autonomie e libertà (92,86% dei componenti sotto la media), Alleanza liberalpopolare-autonomie (83,33%) e Forza italia (76,19%). Sia Movimento 5 stelle che il Partito democratico hanno un dato sotto il trend generale dell’aula, con rispettivamente il 57,14% e il 56,25% dei membri sotto la soglia media di produttività. Fa peggio invece Area popolare (Ncd-Udc), una delle principali forze di maggioranza, con il 65,52% dei membri che si trova sotto il livello medio.
