Politica e media: una comunicazione desueta da superare

Il successo di Marine Le Pen è stato un trionfo personale con oltre il 40% dei suffragi, 6 regioni su 13 conquistate nel primo turno delle regionali. Il Fronte Nazionale quasi al 30%, il primo partito del Paese. Molti hanno già dimenticato che nel 2014 alle europee ha ottenuto il 25% e il successo alle municipali. I partiti storici, Socialista e Repubblicano, sono stati puntualmente sconfitti. Taluni parlano del fenomeno Le Pen come di una forza d’urto psicologica paragonabile alla caduta del muro di Berlino nel 1989, in quanto segna anche il crollo dell’ultimo tabù culturale della politica europea del dopoguerra. Da queste affermazioni urgono alcune considerazioni: è evidente che ci sono ancora le stesse persone che scrivono da 30/40 anni, che ancora “non mollano” pur non riusciendo più a percepire e capire che il mondo è cambiato e sta cambiando nel bene e probabilmente nel male, ciò palesa difficoltà diffuse tali per cui nessuno sembra in grado di fare analisi serie e convincenti. Ognuno ha cavalcato e tende a cavalcare in maniera “ideologica” il passato. Chi di noi avrebbe scommesso solo 5 anni fa su Matteo Renzi Presidente del Consiglio? Non solo ma anche segretario del PD? I risultati del Venezuela? Questi quando sono “spiazzati”, se tutto va bene, si permettono di dire che è un fatto circoscritto di protesta. Ciò costituisce la vera prova che non hanno il termometro del Paese in quanto episodi così vistosi ed eclatanti non vengono percepiti. Rispondere sempre seguendo la linea dell’editore mette a rischio la democrazia, la cultura, l’informazione. Guardate ai volti della televisione, sono quasi sempre gli stessi con ottimi stipendi, ma fanno parte di un circolo e di un circuito che genera continue grida di malcontento.

Abbiamo bisogno di giovani capaci che non hanno ancora particolari pregiudizi. Togliere il veto per il quale se vinco io sono “democratico”, se vinci tu sei a dir poco “fascista”. Molti giovani non sanno cosa è il fascismo e se ne tengono anche alla larga. I “vetusti” ne parlano ancora, ma serve solo a persone desuete e superate, per fortuna sono una minoranza. Il presidente dell’europarlamento Schulz afferma: “i populismi possono far sparire l’UE”; dopo tanti lustri, non è in grado di fare delle riflessioni? Probabilmente sarebbe meglio che tornasse a casa perché forse non percepisce il mutamento. Basta con la retorica: Hollande e i vertici del suo partito pensavano finisse peggio? Il Papa ha aperto la Porta Santa non con il martello come nel passato e con tre colpi, ma a mini aperte? Io sono la porta e busso, così disse Gesù. Politici o cambiate o per piacere andate a casa, è l’anno del Giubileo, il Giubileo della Misericordia, in aiuto sia dei credenti che dei non credenti. Dopo 50 anni dal Concilio Vaticano II, molti sono stati i cambiamenti.

Chi parla di essere democratico deve rispettare se stesso, i cittadini e le istituzioni e non dire con i tono superati del menefreghismo: “Non é un problema mio”.

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Francesco Chiappetta
Il prof. Francesco Chiappetta, manager d'azienda, è stato docente universitario di vari atenei. Ha profonda esperienza comprovata da incarichi importanti in azienda leader nel settore delle telecomunicazioni. La sua esperienza diversificata ha l’obiettivo di fornire consulenza direzionale, innovativa e approfondita. E' iscritto all'albo dei giornalisti dal 2005, successivamente nel 2007 pone un’iniziativa editoriale, per la società Si -ies, fondando Sentieri Digitali E-magazine di creatività e tecnologia per la comunicazione d’impresa. L’obiettivo di Sentieri Digitali è dedicato alla Comunicazione d’impresa in senso lato: ovvero dalle grandi imprese alle pmi e gli artigiani, dai professionisti alle PA, dal Marketing agli obblighi d’informazione per le società quotate. L’intero contesto dell’e-magazine è incentrato sui passi evolutivi della trasformazione digitale.

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