In media una legge viene approvata in 237 giorni, ma alcuni dei provvedimenti più importanti hanno avuto un iter molto rapido. Segno che in presenza di una chiara volontà politica, governo e parlamento riescono a velocizzare i tempi di approvazione delle leggi.
Limitarsi a una media per capire quanto tempo ci vuole per approvare una legge può portare a conclusioni affrettate. Nella XVII legislatura gli oltre 240 provvedimenti deliberati dal parlamento hanno richiesto 237 giorni di discussione ciascuno, quasi 8 mesi di trattazione. Ma chiaramente il quadro è più complesso.
Quasi il 30% delle leggi sono conversioni di decreti legge, che necessitano di essere approvati entro 60 giorni. I provvedimenti più importanti spesso vengono presentati proprio sotto forma di decreto, velocizzando di fatto l’iter legislativo. Decreto Irpef sugli 80 euro, stabilità 2015 e 2016, decreto del fare, decreto salva Roma, sono alcuni dei provvedimenti importanti della XVII legislatura approvati in 60 giorni o meno.
A cui bisogna aggiungere quelli che hanno richiesto più di 60 giorni, ma che comunque hanno registrato un tempo di approvazione ben inferiore alla media parlamentare: ddl la buona scuola (103 giorni), ddl unioni civili (218 giorni) e ddl svuota province (226). Degli atti chiave che hanno completato l’iter, solo tre hanno avuto una discussione particolarmente lunga: Jobs act (244 giorni), riforma Rai (246 giorni) e Italicum (779 giorni).
Dunque al di là dei tempi lunghi di discussione richiesti dall’attuale bicameralismo perfetto, in presenza di una chiara volontà politica esistono i mezzi e i modi per approvare velocemente le leggi. Fanno eccezione le due riforme strutturali della XVII legislatura, Italicum e legge Boschi (ancora non pubblicata in gazzetta ufficiale in attesa del referendum), che hanno avuto un iter lungo oltre 700 giorni.