Il cibo è stato ed è un prodotto di particolare interesse a livello globale, in particolare lo è nel nostro Paese. Anche la Commissione Europea sta affrontando il tema della valorizzazione del cibo per tutti e 27 i paesi. Noi dobbiamo farlo nel contesto della tutela del nostro “Made in Italy”. È stata lanciata una consultazione pubblica che si chiuderà il prossimo 1 febbraio, proprio a riguardo dell’introduzione dell’indicazione obbligatoria del paese di origine o luogo di provenienza di un determinato ingrediente o prodotto alimentari per capire la diversità tra il dichiarato ed il prodotto finale.
Teoricamente sembra si faccia un passo verso la trasparenza, ma non c’è certezza per il campo di applicazione. Non a caso non si definisce il concetto di “indicazione” che è privo di affermazione chiara e diretta della indicazione geografica. Vi è una deroga per quanto riguarda i marchi registrati contenuti nell’indicazione geografica, infatti non prevede l’obbligo di etichettare l’origine dell’ingrediente primario. Secondo la Commissione UE, il regolamento potrebbe entrare in applicazione il 1 aprile 2019. Siamo alle solite, si parte con il piede sbagliato e quindi avremo delle risposte “politiche” e non tecniche. Con la speranza che non vi siano le solite intese che mettono l’Italia all’angolo.
Tutti sanno che i prodotti italiani sono apprezzati da tutti, a partire dai tedeschi e dai francesi, fino a tutti gli altri paesi europei. Ma nelle decisioni non prevale l’Europa, ma la difesa “stupida” del prodotto locale del Paese, senza fare una comparazione e lasciando tutto al libero mercato, omettendo i vincoli di etichetta.
L’Italia è nota nel mondo in buona parte per il settore enogastronomico. Dovremmo a ragione di questa battaglia che si gioca anche a livello europeo dotarci di buona consapevolezza, se non altro se si considera che il cibo ancora per molti è tutto da scoprire.
Vi sono degli alimenti per la longevità: arance rosse, asparagi, cachi, cavoli, ciliegie, fichi, mele, malanzane, peperoncino, cipolle. Poi vi sono alimenti protettivi: acqua, frutta fresca, legumi, verdure, olio, semi oleari, cereali, erbe/spezie. Alcune suggestioni: i piaceri della carne debbono essere all’insegna del poco ma buono. Importante una cucina semplice. Importante la pianificazione domestica, la consapevolezza degli ingredienti e della loro provenienza. Non buttate il cibo, si può combattere e divulgare la lotta allo spreco con le buone pratiche del riutilizzo.
Il nostro Paese è forte con prodotti DOP(denominazione di origine protetta), IGP (identificazione geografica protetta), IGT (indicazione geografica tipica) e STG (specialità tradizionale garantita). Il settore 14 in Italia (food & wine) conta 814 prodotti; la superficie investita a produzione DOP e IGP è pari al 54% della Penisola, il valore della produzione è di 13,8 miliardi di €. Il comparto food in Italia conta 291 prodotti DOP e IGP con 37 consorzi autorizzati. Sono 80000 operatori. Il Grana Padano DOP per 180 milioni di €, 6,35 milardi di € valore alla produzione; 3,1 miliardi di € valore all’export ed infine è + 5,1% il trend dei consumi nazionali nella GDO.
Tutte queste sono solo alcune considerazioni per comprendere (anche con il nostro dominio distrettodelcibo.it) cosa intendiamo sollecitare per valorizzare e tutelare il territorio del nostro Paese per essere con orgoglio ai primissimi posti a livello internazionale con l’agroalimentare e il nostro cibo d’eccellenza. In proposito saranno presi i necessari contatti con tutte le categorie del settore agroalimentare presenti nel nostro Paese. Sentieri Digitali e la SI-IES aspettano dai nostri lettori aiuti, contributi e suggerimenti per meglio presentare questo progetto.