Non si può non partecipare ad un evento di tale portata. E’ una grande opportunità che il nostro Paese sta vivendo a livello internazionale.
Dunque, si parte, affrontando con impegno spostamenti, costi e procedure, da Roma a Milano direzione Expo. Evento nell’evento: la pioggia travolgente di domenica.
Bambini, diversamente abili, anziani, donne e uomini, senza riparo e senza assistenza alcuna. Bambini di otto anni, adolescenti minorenni e adulti, muniti di biglietto di ingresso, il primo al costo di 18 euro e gli altri a 39 euro. Nessuno ha ricevuto alcuna proposta di supporto a fronte della tanto decantata (e siamo certi del suo sussistere in molte altre occasioni) efficienza milanese, tanto da far pensare con nostalgico rammarico all’assenza dei “venditori di strada” che con ombrelli e impermeabili avrebbero improvvisato e garantito ad una modica spesa quel sostegno/soccorso che è mancato al pubblico.
Stoicamente ci si è avviati a percorrere il decumano a tratti sovrastato da una provvidenziale copertura di tele che di tanto in tanto concedevano al pubblico delle sonore e inaspettate docce, giacché al progettista è parso più bello lasciare significativi spazi tra un telone e l’altro e poi praticarvi dei fori anziché facilitare l’eventuale deflusso delle acque piovane attraverso lo studio di pendenze adeguate.
I padiglioni: molto belli taluni, belli alcuni, modesti e modestissimi gli altri.
Punti di ristoro e servizi igienici affollatissimi e irraggiungibili se non al costo di tempi di attesa inaccettabili, anche 2 ore. Per i padiglioni tempi di attesa altrettanto esorbitanti, da 50 minuti alle 2 ore e 50 minuti non meritati per il padiglione Giappone: un incubo. Previsti gli accessi prioritari per i diversamente abili e per genitori con figli nei passeggini. Tutti gli altri in coda. Sotto la pioggia.
Peccato, non riuscire ad esprimere lo slancio e la passione nel prevedere la necessaria cura nell’accoglienza dei visitatori.
Ritardi, code, costi elevatissimi, non hanno garantito il rispetto dovuto all’iniziativa italiana e soprattutto al pubblico che con la sua presenza ne garantisce il successo.
Fortuna che c’è stata la pioggia a giustificare i disservizi ed a lavare l’onta ricevuta.