La bambina del Gambia

La storia dei barconi e degli scafisti in questi giorni ha risvegliato le coscienze. Il continente africano comprende 53 Stati che si sono formati, nel loro assetto attuale, per lo più nella seconda metà del XX secolo, conquistando con particolari sacrifici l’indipendenza politica dai Paesi europei. 47 di questi Stati formano la c.d. “area geopolitica” che, le istituzioni internazionali e la letteratura economica, convenzionalmente chiamano Africa subsahariana, per la posizione a meridione della fascia deserta che separa l’Africa settentrionale dal resto del continente.

Parlare di situazione demografica è sempre difficile. Secondo alcune stime emerge che nel periodo 2000/2007 la popolazione sia cresciuta ad un tasso medio pari al 2,5%, ciò vuol dire oltre il doppio della media mondiale (World Bank 2009 – pag. 353). Secondo stime questa crescerà dai circa 675 milioni di abitanti del 2000 agli oltre 863 milioni del 2010, sfiorerà nel 2015 un miliardo di persone ed arriverà a 1,2 miliardi nel 2025. Le economie dell’Africa subsahariana generano reddito prevalentemente in 3 settori: le risorse energetiche e minerarie, l’agricoltura ed i servizi. Nel 2007 l’agricoltura generava circa il 15% del valore aggiunto prodotto, mentre l’industria il 32% circa ed i servizi occupano la posizione del 54%.

E’ stato detto ciò solo per ben inquadrare la nostra giovane del Gambia, Hanna, la bambina sopravvissuta durante l’arrivo con il solito barcone verso il nostro Paese. Durante il naufragio ha perso l’intera famiglia, la mamma, il papà, un fratello ed una sorella la quale si è molto battuta nel tentare di salvare la piccola Hanna. Hanna viene dal Gambia. In tutti i numeri citati poco fa, il Gambia ha un milione e 700 mila abitanti.

La bambina di 11 anni ha lanciato un monito a tutto il mondo e non merita la sua lettera ulteriori commenti. Cosa ha scritto Anna – “Vengo dal Gambia. Ho attraversato il mare per venire in Italia ma molte persone sono morte. La mia migliore amica, mia sorella, mio fratello sono morti nel mare mentre venivano in Italia. Per favore sappiate che attraversare il mare è molto pericoloso. Per favore, sorelle e fratelli fermatevi non venite. Per favore, per favore, per favore e ciao. Questa lettera è per le vostre giovani sorelle. Grazie per averla letta”.

Siamo abituati a sentire Papa Francesco il quale ha un ruolo ed un’esperienza che gli consente di predicare. Hanna ha parlato con il cuore, senza sfumature politiche, senza nessun secondo fine, ma solamente presa dal dolore sia per la perdita dei congiunti, delle amiche ma anche di tanti altri presenti nello stesso barcone che oggi non ci sono più e non possono sentire le parole di Hanna che probabilmente avrebbe bloccato la partenza di qualcuno.

Hanna ha fatto un’analisi perfetta, bisogna vedere se l’Europa e l’Italia sono in grado di stare dietro ad una bambina di 11 anni, oppure, ancora una volta, molte parole, retorica e niente più. L’Invito al mondo dei giovani è quello di mettersi intorno ad Hanna e sviluppare idee di comportamento e di relazioni con il mondo.

 

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