Il ruolo delle card

 “Non dovete avere soldi in tasca! Adoperate la carta di plastica” questo il messaggio, ormai diventato un must, da parte delle istituzioni pubbliche erogato attraverso i mass media.
 
L’argomento è senza alcun dubbio affascinante bisogna però ricordare ai nostri governanti, ed in particolare alle istituzioni, che leggendo la stampa anche loro, come noi, trovano scritto che l’Italia è un paese di vecchi.
 
Le istituzioni, sapendo che il nostro è un paese di vecchi, tentano di mettere quest’ultimi nelle condizioni di adoperare l’informazione, il computer e le carte di credito ispirandosi a quanto Cristo ha detto “Lazzaro alzati e cammina”. Il popolo del nostro paese in realtà, non solo ignora, ma ha anche una forma di diffidenza riguardo l’argomento; pensate che durate la trasmissione Rai che conducevo con piacere “Italia chiama Europa di Franco Chiappetta” invitai il Direttore Generale delle poste per informarmi ed informare sul comportamento dei pensionati e del loro utilizzo delle carte di credito. Mi diede una risposta agghiacciante: ”il pensionato non adopera la carta: quest’ultimo va direttamente all’ufficio postale (o presso istituti di credito) in quanto anche nel fare la fila, oltre che motivo di socializzazione, vede l’occasione per trovarsi con i coetanei e dire noi ancora ci siamo.” Ricevendo questa risposta, inoltre, mi viene da pensare che portare dietro il contante, almeno in alcune zone del paese, può risultare pericoloso. Quindi la carta di credito potrebbe essere la soluzione. Cosa bisogna fare per rendere le operazioni il più semplice possibile? Potremmo, in realtà, immaginarla come se fosse la carta di identità con annesso cip in modo da rendere più semplice e veloce l’accesso al bancomat e quindi incominciare a familiarizzare un po’ con il concetto macchina-uomo.
 
L’argomento può interessare certamente tutto il paese ed in particolar modo i giovani, non solo millennial, ma anche di età più avanzata, in quanto sono ormai abituati a correre nello stile di vita frenetico che appartiene loro quindi, le transazioni, le svolgono in qualsiasi ora del giorno o della notte poiché cercano di evitare di fare corse fra mondo universitario, quello del lavoro ed il tempo libero.
 
Dato molto interessante da valutare a questo proposito nell’analisi dei pagamenti con le carte è il valore medio delle transazioni: in particolare questo è diminuito da 75 a 63 euro. Questa diminuzione dimostra una maggiore diffusione dell’utilizzo delle card nella vita quotidiana: se la carta veniva utilizzata per pagamenti significativi ora se ne fa uso anche per transazioni di minor valore. La diminuzione del valore medio delle transazioni probabilmente è giustificata da una sempre crescente automatizzazione dell’utilizzo delle carte che ci fa quindi risparmiare secondi preziosi nel caos della nostra routine quotidiana. L’evoluzione della carta contactless, ad esempio, che sfrutta la tecnologia RFID (identificazione a radiofrequenza), rende istantanei pagamenti al di sotto di un determinato importo.
 
Da quanto ho potute esaminare, nonostante si punti a incrementare le transazioni elettroniche, la maggior parte delle operazioni, avviene ancora tramite cash e le transazioni pro-capite con le card rasentano le 67,6 annue. La maggiore diffusione e automatizzazione degli strumenti elettronici però non ha ancora scalfito l’importante divario fra Nord e Sud infatti, come è chiaro dai dati Istat e della Banca d’Italia, la Basilicata è la regione con minore utilizzo della carta, seguita dal Molise e dalla Campania : dati rispettivamente di 22.4- 25.3 e 29.4 operazioni pro capite annue mentre troviamo picchi di utilizzo pro capite annuo in Toscana e nella provincia di Trento: rispettivamente di 104,2 e 101.9.
 
Naturalmente il minore utilizzo al Sud degli strumenti alternativi al contante non delinea solamente un significativo attaccamento alle banconote ma riflette una minore domanda di moneta dovuta anche e soprattutto alla minore attività economica.
 
 
 
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