Si sta facendo un enorme chiasso e confusione intorno al Covid 19.
I vari palinsesti televisivi sono semplici e a costo zero, in quanto hanno creato delle star sconosciute nel nostro Paese e che, quotidianamente, si affacciano nelle nostre case. Possiamo dire che non sono solo virologi ma anche virologi e dintorni.
Sebbene l’Italia sia al 24esimo posto circa la digitalizzazione in ambito europeo, questo non vale per tutte le regioni. Ad esempio, la Regione Lazio, per quanto riguarda il Covid 19 ha mandato ai cittadini interessati una comunicazione sul proprio cellulare, partendo con la formula “Gentile utente”, seguita dalla sigla del cognome e dalla dizione “l’appuntamento per la prima vaccinazione Covid 19 è stata fissata per …”; una seconda comunicazione per la conferma; una terza comunicazione per cambiare la data di vaccinazione a causa di una riorganizzazione; infine, un attestato vaccinale Covid 19.
La domanda è semplice: perché non utilizzare canali istituzionali che chiedano al cittadino, il quale non abbia avuto voglia o sia stato impossibilitato a vaccinarsi, di comunicare che, in data odierna, non risulta ancora vaccinato. Altrimenti, si trasforma in un memo di cortesia che può essere interpretato anche come una forma di educazione e, nello stesso tempo, può anche rispondere all’utente di non essere più informato. Una procedura così semplice non fa nessun chiasso, si instaura un buon rapporto di dialogo tra pubblica amministrazione e cittadino e si rischia anche di avere dei risultati migliori.
Chiamare quotidianamente a partire dalle 7 di mattina per concludersi alle ore 24 e parlare sempre ed esclusivamente e di Covid, oltre a non essere più ascoltato, rischia di essere poco gradito. Un invito alle emettenti televisive pubbliche e private, certe di fare un palinsesto che sia gradito agli spettatori e sia anche monito di una ripresa, visto e considerato che l’Europa ha destinato 700 miliardi di euro, di cui 200 all’Italia che probabilmente non riusciamo a spendere. L’invito è di lavorare, di cercare di fare una vita tranquilla e di ripartire con i dialoghi necessari (famiglia, lavoro, relazioni sociali).
In questo momento apprendiamo chiusure di pmi e delocalizzazioni, argomenti questi che incidono in modo determinante nelle risorse che una famiglia vede svanire. Intervistare bambini, più o meno adulti, maschi e femmine, persone anziane, sempre per parlare di Covid, è diventata una malattia quotidiana.
Adesso inizia il tormentone: terza dose sì, terza dose no. Una volta viene presa in considerazione l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), un’altra volta l’EMA (Agenzia Europea del Farmaco), un’altra l’Italia, e ancora tutte e tre vengono cancellate, finendo per avere ormai una libera interpretazione.
A proposito del Covid, il Professor Cacciari, persona stimata a livello locale, nazionale ed internazionale, ha tenuto una lezione in tv sia di diritto, sia di formazione etc. in maniera tecnica e scientifica, senza invadere il ruolo dei medici. Ci chiediamo cosa fanno gli altri interlocutori, che si autodefiniscono in alcuni casi scienziati (“noi scienziati”) – il che fa ridere i polli.
Purtroppo, il cittadino vuole ascoltare con le proprie orecchie ciò che rispecchia la propria posizione, indipendentemente dal fatto che i temi e le tesi poste sul piatto siano valide.