A proposito di innovazione, mobilità intelligente ed auto senza conducente

Nei tanti settori legati all’innovazione tecnologica, uno degli appellativi più diffusi è il termine: “smart”. Tutto sarà sempre più smart: le città, le nostre case, la mobilità su tutte. La parola chiave è smart mobility.

Oggi giorno la matrice sembra andare verso una direzione tanto stupefacente quanto preoccupante, quella dell’auto senza pilota, dotata di svariati hardware e software, telecamere, sensori, intelligenza artificiale con elaborazioni dei dati 40 volte superiore e capacità di esecuzione di 12 trillioni di operazioni al secondo. Avremo dei computer supersonici all’interno della nostra vettura, questo è quello che si preannuncia nel futuro fin troppo prossimo della mobilità su strada.

Un veicolo che prima di diventare senza pilota, però, passerà per un’evoluzione indispensabile, quella di auto elettrica. Il tema della sostenibilità, dell’abbatimento delle emissioni di CO2 e una delle principali contromisure da prendere contro il cambiamento climatico, priorità autentica di un sistema smart che si rispetti.

Al tema dell’auto elettrica e intelligente si legano le colonnine elettriche

Tornando alle possibilità delle auto senza conducente, occorre certamente dotarsi di strade più sicure e tecnologiche, vere e proprie smart road, oltre che premunirsi con delle leggi e con l’aggiornamento del codice della strada. Paesi come Inghilterra, Germania, Francia e alcuni stati degli USA, si sono già dotati di norme che consentano di condurre dei test a veicoli a guida automatica sulle strade pubbliche. Per sperimentare servono risorse e serve anche intensificare la ricerca ed il legame fra centri specializzati, mondo universitario e industria dell’automotive. Due temi da non dover trascurare seguendo questa linea sono oltre alla razionalizzazione del traffico anche la riduzione dell’inquinamento.

Per ciò che concerne le normative, ad esempio, nello stato del Nevada il regolamento dice che prima di scendere nel suolo pubblico bisogna comprovare di aver già percorso almeno 10 mila miglia in auto senza pilota su piste o strade private. Inoltre l’auto potrà circolare, previa ulteriore fase di test applicato al riconoscimento di pedoni, dei semafori e alla riproduzione di veri contesti ambientali, in ogni variante geografica e metereologica. Le strade del Nevada anche per questo fine sono state suddivise in quattro categorie: interstatali, statali, urbane e rurali; mentre le situazioni ambientali sono state catalogate in: guida notturna, pioggia, nebbia, neve o ghiaccio, venti forti. Solo in quel caso, e non in tutte le situazioni è scontato che ciò avvenga, può essere concessa la fase di testing sulle strade pubbliche.

In Italia il tema delle regole per l’auto senza pilota è ancora al vaglio del Ministero dei Trasporti, che sta lavorando a una normativa ed ai decreti attuativi che l’accompagneranno. Per consentire i test su strada si considera la modifica dell’articolo 46 del codice della strada che definisce le nozioni sui veicoli guidati dall’uomo. Saranno firmate regole tecniche e giuridiche per definirne la responsabilità. Senza alcun dubbio la vera priorità è la sicurezza delle persone. Ciò che inquieta di più in questa epoca dove regna l’iperconnessione di tutto e di tutti, con la diffusione dell’IoT, degli smart device e del qualsiasi cosa connesso in rete è il lato cybersecurity. Con un auto intelligente, la nostra incolumità sarà legata all’ennesima potenza alla prevenzione in termini di sicurezza informatica.

All’attenzione di questi giorni e a farci fremere c’è proprio l’attacco hacker su larga scala ha colpito gli States bloccando svariati siti web, compresi quelli di grandi del settore media e di altri big della Rete, vedi New York Times, Financial Times, Twitter, eBay, etc. Il tipo di attacco è il DDOS (Distributed Denial of Service) caratterizzatto dall’invio massivo di dati spazzatura, atti a crea un sovraccarico ed esaurire le risorse di un sistema informatico impedendo agli utenti di accedere al sito. Pensando a tale attacco, ci vengono i brividi immaginando a quante offensive potrebbero partire proprio dai milioni di oggetti intelligenti connessi alla Rete, come ad esempio il frigo e le telecamere della nostra smart home o i sensori della nostra automobile intelligente.

Ciò che accadeva fino a qualche anno fa e che vedevamo nei film di fantascienza, oggi è sempre più realtà e quello che ci preme sottolineare è che è urgente per tutti investire in sicurezza, pianificando una strategia diffusa e integrata su tutti i livelli e settori, fra questi soprattutto in formazione e cultura della sicurezza informatica.

SI-IES srlhttp://www.si-ies.it/
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