Il titolo di questo articolo nasce da un mio percorso lavorativo in ambito europeo. L’Europa ha fatto diverse cose, tra cui diversi programmi comunitari per i giovani: Gioventù per l’Europa nel 1988/1989, Gioventù 2000/2006 e Gioventù in azione 2007/2013. La risposta alla domanda se l’Europa abbia dato delle risposte concrete ai giovani, quindi ci viene palese. Certamente tra ciò che è stato fatto e ciò che si sta facendo, meritano una particolare evidenza le iniziative che riguardano i progetti finanziati dall’UE, dal VII Programma Quadro fino ad arrivare ad Horizon 2020.
L’incredulità di molti giovani, anche sfiduciati, che non provano a creare i presupposti necessari per capire quali sono le vere opportunità, quali sono le persone ed i referenti più adatti con cui interagire e che tipo di alleanze attuare in ambito europeo, fanno comprendere, quindi, il perchè in Italia si ha una presenza modesta rispetto ad un paese come la Spagna, fortemente impegnata e con una eccellente performance. Il nostro Paese ha un dipartimento della gioventù e dei servizi civili nazionale che pochi giovani seguono. Svolge diversi eventi che riguardano i trattati europei, relativo sviluppo e prospettive, stimola il dibattito e la discussione, ed inoltre promuove un’analisi dell’evoluzione delle politiche e delle strategie a favore dei giovani nell’ambito dell’Unione Europea.
L’invito, dunque, è di cercare di approfondire il tema e di inserirsi in queste opportunità anche se non sono di facile accesso, queste consentono di lavorare in team, di avere scambi di tipo culturale, professionale e quindi di crescita collettiva. Lo sforzo che va fatto, cosa non proprio facile, è di credere in sé stessi, credere alle iniziative che si intraprendono ed avere costanza per arrivare a posizioni soddisfacenti che possiamo definire di successo.